Quando Roberto, il titolare della libreria Romagnosi di Salsomaggiore terme, mi ha proposto di presentare, per conto del circolo artistico Alberto Bazzoni, il libro “Donne Incazzate” credo di ricordare di aver preso il libro tra le mani e di averlo riposto sulla scansia, con fare “macho” e di avere pronunciato una frase, di elevata densità intellettuale, del tipo <Se sono incazzate, vedrai che si scazzano…> o qualcosa del genere....
Ma Roberto ha insistito nonostante una mia naturale diffidenza nei confronti di tutti quei libri basati su presupposti o provocazioni, che potrebbero tradursi
commercialmente, in quanto potrebbero divenire oggetto di conversazione di massa. Solitamente questi libri sono aridi e scritti male. Poi ho letto il nome di Dada Knorr che a parte lo
pseudonimo un po’ goliardico è un nome di tutto rispetto (sono un lettore di A rivista anarchica e quindi informato riguardo alcune sue importanti battaglie). Quindi, semplicemente sulla base di
questa “referenza”, ho deciso di leggere il libro. Me lo sono letto tutto d’un fiato, nella lunghezza di un pomeriggio, mentre la mia compagna mi pregava di smetterla perchè dovevamo svolgere
chissà quale urgente commissione. E’ andata a finire, così, che ho terminato “Donne Incazzate” e che la mia donna si è incazzata veramente… Credo che si tratti di un libro di quelli che
vanno letti. E va letto soprattutto dai maschi, non è uno di quei libri che leggono solo le ragazze, insieme, complici, magari durante i loro “pigiama raduni”. E’ un libro che fa bene agli
uomini, se cercano di avvicinarsi con un minimo di sana onestà intellettuale, per cercare di capire che, spesso, le donne fanno veramente bene ad incazzarsi. Mi rendo conto che, visto da questo
punto di vista, il discorso è enorme e non sta certo a me affrontarlo ma, indubbiamente, in questa “era della comunicazione” esistono grossi problemi di comunicazione. Non solo tra uomini e
donne (ma ora è di questo che stiamo parlando). Noi siamo un linguaggio. Ognuno di noi è un linguaggio. Oltre che un corpo, oltre che una persona noi siamo un linguaggio. E attraverso la
dialettica che intercorre tra il linguaggio delle donne e quello degli uomini si evolve l’umanità stessa. Rendiamoci conto che il tema è più importante di quanto possa sembrare e più delicato di
quanto possa sembrare. Al di là delle quote rosa… Il futuro dell’umanità dipende anche dall’evolversi di questa dialettica. In questo libro, in maniera leggera, nel modo più positivo e affettuoso
nel quale io possa usare l’aggettivo “leggera”, in maniera delicata e, a volte, anche un po’ rude, questi temi vengono affrontati. Ci riesce bene Eliselle, tra le righe della quale ho riscontrato
interessanti elementi di tipo espressivo, nel genere di immagini, nell’ironia profonda ed anche nel tipo d’intelligenza. Mi ha affascinato il racconto di Patrizia”Pralina” Diamante, scritto bene,
tecnicamente bene impostato, che, come si suol dire, arriva al cuore e alla mente. Così come sono stato intrigato intellettualmente dal tipo di “chirurgia letterario- sociale” attraverso la quale
opera Dada Knorr.
Concluderei dunque dicendo che è un libro che può far bene, e che val bene la pena leggere, anche perché le autrici si sono concesse generosamente e con una certa audacia. E con grande vivacità
intellettuale tutta femminile.
E il cervello delle donne mi ha sempre affascinato, anzi, parafrasando Woody Allen, < è il loro secondo organo che io preferisco… >
Andrea Villani