A tutta rima
con Pralina
Beh, le poesie lette da Patrizia Diamante a Novaradio (Firenze, fm 101.5, www.novaradio.info) non sono
certo poesie qualsiasi, e le rime magari ci sono... ma anche le anime, i treni, gli automi, il carcere, la fica e i supermarket!
Si tratta di un Cd, progetto “no profit” per la libera diffusione della poesia, nato dalla constatazione che le poesie scelte da Patrizia "Pralina" Diamante e musicate da Freddie
Villarosa durante la trasmissione Fedeli alla linea (Jazzline) del martedì hanno riscosso grande successo.
Scopriamo così che è vero che gli editori vedono come fumo negli occhi e ragnatele nel portafogli qualsiasi pubblicazione di poesia, ma è anche vero che la poesia piace, dice, ride, cura,
ferisce e piscia. Sì, certo: la collezione messa insieme da Pralina è irriverente, eroica, innamorata e zoccola. Sembra che si tratti di un cd terapeutico, della serie “stimoli anti
conformità” perché va a cercare non tanto il pelo nell'uomo, o la rima o la modernità del verso ma il vero.
Ovviamente, come tutti sapete, il vero non esiste, e il verso è un inno alla soggettività. Ma può essere così immediato da evocare il reale. Le poesie di questo cd compongono una canzone nuda
e cruda per la realtà, un canto sciamanico per il risveglio. A volte esilaranti, a volte scomode. Non per niente si parte da una poesia di Benedetto Valdesalici che, letta da
Pralina con voce robotica, ci dice “non abbiamo più nulla da dire/la scelta è tra robot e zombies/ la razza homo sapiens è scomparsa da tempo/ troppo ingombrante a livello emotivo...”.
E poi via, verso altre avventure musicate, come “Grido delle stazioni” della Cvetaeva (“la vita è rotaie, non piangere”, “al che, dopo il silenzio, ci sono le TRAVERSINE”),
ad altre brevi e silenziose poesie-aneddoto (“amare vuol dire non zuccherate abbastanza...”), edite ed inedite.
Conoscevamo Pralina come pittrice e vignettista, come scrittrice ed attivista politica (tra le cose più recenti la cura del sito horstfantazzini.net) ma queste sue voci multiformi stupiscono: da romagnola (anche nella poesia di Tonino Guerra “la figa l'è na tela ragna...”), da automa, da Allen Ginsberg (!?!), da ubriaco, ne sentiamo di tutti i colori: in “Pulpoesia” di Nando Barile, sorretta dalle musiche ipnotiche di Freddie Ciclone, è divina.
In “io non sono taliano” di Valdesalici, con al sottofondo televisivo Mara Venier, è mitica (“taliano taliota taliano talietta taliano idiota”).
Insomma, sono trentuno poesie, un bel regalo che fa scoprire insolite confluenze tra la poesia già storica come quella di Péret (“la sedia a dondolo come la logica non esce
mai da un certo spazio perché si addormenta”) e la poesia più recente. Per quest'ultima Pralina ha incluso brani assolutamente attuali, tra i quali ricordo “Verde e ancora verde” di
Ferruccio Brugnaro, nella quale, col sottofondo di acque lagunari, ci si racconta di una casa a Porto Marghera, sotto le ciminiere, che un uomo e un ragazzo dipingono e
ridipingono continuamente di verde. Ma anche la notissima “Il disertore” di Boris Vian, letta da Pralina con voce... maschile.
Così Ginsberg non sembra tanto lontano dai Gas, mentre segue il suo Whitman nel supermarket (“corridoi pieni zeppi di mariti, mogli negli avocados, bambini nei pomodori...chi ha ucciso le
cotolette di porco?”). E tra l'osceno Bataille (“per abbandonarmi ai cazzi mi sono vestita da spezzare il cuore”) e l'elegiaco Senghor (“l'uragano svelle in
me foglie e parole futili”), Pralina ci sballotta e ci solletica, finendo con il suo “Hip Hop della voragine”. Una voragine disperata ma ovviamente pralinata: “non sento l'appello del lavoro/
che è fatto in coro/ la produzione io l'ho lasciata/ come una cosa allucinata/ il sindacato m'ha abbandonata/ la mamma mia s'è disperata/ io l'ho baciata/ e lei m'ha spintonata...”.
Richiedete questo “must” a: pattydiamante[at]interfree.it, e buon ascolto.
Francesca Palazzi Arduini